Una delle affermazioni che uso ripetere nei corsi di formazione finalizzati al training individuale, ma stesso approccio vale anche per il mondo della riabilitazione motoria e per qualsiasi altra professione che adoperi la “relazione d’aiuto” come mezzo per perseguire l’obiettivo richiesto o desiderato, è che – La competenza è responsabilità personale –
Questo vuol dire che ognuno ha il compito morale di costruirsi una solida cultura, anche esperienziale, prima di approcciarsi a servizi che in senso ideale, materiale o etico hanno a che fare con la salute, fisica o motoria.
Le strade per raggiungere questo obbiettivo sono note e consolidate, come laurearsi in Scienze motorie, se l’insegnamento dell’esercizio fisico è lo scopo primario; chi si laurea in Fisioterapia spesso propende per la riabilitazione fisica, motoria e funzionale, scopo principale degli studi.
Peraltro non è insolito, seppur non frequentissimo, incontrare Trainer laureati in Medicina, in Scienze infermieristiche, in Scienze Biologiche, in Psicologia o Pedagogia e che pur avendo orientato la loro formazione verso una professione specifica si sono poi sentiti portati o chiamati all’insegnamento dell’attività fisica, dello Sport o del Fitness.
Ad oggi, comunque, il 90% dei trainer non ha compiuto percorsi accademici consolidati quali quelli sopra citati ma è rimasto progressivamente coinvolto da una attività fisica o sportiva, per curiosità o per passione, fino a ritrovarsi ad insegnare una o più discipline.
A tal scopo numerose sono le federazioni e gli enti di promozione sportiva che organizzano corsi di formazione composti di 1 o più weekend, proprio per insegnare le tecniche più note e per fornire un know how di base per rispondere alle richieste tecniche e teoriche del mercato.
Vediamo allora quali sono i requisiti chiave di un buon trainer, partendo da cosa deve conoscere per poter insegnare.
1. Sicuramente un corso articolato da Personal Trainer.
Conoscere, capire ed utilizzare le regole ed i limiti del training individuale.
2. Un corso di Pesi e Fitness o di Body Building.
Per sapere come usare in modo proficuo quanto sicuro i carichi liberi e le macchine isotoniche, la base del Fitness classico.
3. Un corso di Pilates.
Il Pilates è una tecnica molto gradita soprattutto dal pubblico femminile, in grado di fornire un serbatoio utile di schemi motori adatti al tono trofismo della muscolatura addominale/lombare/glutea e della muscolatura volontaria della colonna vertebrale.
3. Un corso di Ginnastica Posturale.
Per riuscire a ragionare in termini di fisiologia del rachide, di simmetria, di articolarita e di distribuzione del carico, nonchè per coinvolgere in modo attento la grande muscolatura fasica.
4. Un corso di esercizio funzionale.
Per saper all’occorrenza proporre esercizi e schemi motori funzionali alle attività quotidiane, anche diversi dal solito training in sala pesi.
5. Almeno un corso di fitness musicale.
Per imparare a tenere una lezione di gruppo su base aerobica, con tempi, spazi e distribuzione spaziale del gruppo.
6. Conoscere le principali regole dell’allungamento muscolare.
Tra cui lo stretching metodo Anderson è il più noto.
7. Saper gestire i più noti attrezzi del cardiofitness.
Per l’uso della attività cardiovascolare finalizzata alla funzione ventilatoria, alla resistenza alla fatica o al dimagrimento.
8. Possedere chiare nozioni sul compito che ha l’esercizio fisico.
Insieme alle sue indicazioni ed alle tante controindicazioni.
9. Conoscere le basi dei nutrienti e della giusta alimentazione.
Come corollario culturale, sebbene la prescizione della dieta sia di competenza medica.
10. Conoscere i limiti della propria professione. Per non sforare in pericolose ed abusive prestazioni medico sanitarie.
A tutto ciò va sempre unita tanta passione, una dose notevole di attenzione, il buon senso tipico del bravo padre di famiglia ed una grossa dose di rispetto per il cliente.
Buon esercizio.